16.6 I costi della guerra
Nell'età della guerra dei Cent'anni e nel periodo immediatamente successivo si manifestò, sia nei paesi più direttamente coinvolti nel conflitto (la Francia e l'Inghilterra), sia altrove (soprattutto in Spagna) una chiara tendenza al potenziamento delle monarchie. La possiamo cogliere a vari livelli: nell'indebolimento del vecchio potere nobiliare, nel ridimensionamento dei centri di potere locale, nell'ascesa di nuovi ceti emergenti quali la borghesia e la piccola nobiltà di recente origine, nell'ampliamento della base territoriale della corona, nella direzione centralizzata degli affari pubblici, nella creazione di apparati fiscali e di forme di prelievo tributario stabili e capillari. Questo insieme di fenomeni costituiva un processo che avrebbe portato, circa due secoli dopo, alla piena affermazione dello Stato moderno.
L'impulso decisivo in questa direzione ebbe origine dalla formazione degli eserciti permanenti e dal gigantesco aumento dei costi della guerra. L'aumento dei costi bellici comportò infatti una maggiore pressione fiscale; quest'ultima provocò il potenziamento degli apparati amministrativi; la resistenza delle popolazioni soggette ai tributi determinò, infine, un'ulteriore coercizione e quindi un'ulteriore affermazione dello Stato.
I primi
eserciti permanenti furono istituiti in Francia per le necessità del conflitto contro l'Inghilterra. Dopo alcuni esperimenti parziali compiuti dai suoi predecessori, Carlo VII procedette a una vasta riforma dell'esercito, con la costituzione di compagnie più o meno stabili (le cosiddette "compagnie di ordinanza") per un totale di 7200 combattenti. Poiché la corona non aveva i mezzi sufficienti a tenere in armi queste truppe, furono istituite varie circoscrizioni territoriali deputate al mantenimento di un certo numero di soldati. Dopo la conclusione della guerra dei Cent'anni queste truppe, al contrario di quanto si faceva comunemente in passato, non furono congedate. Luigi XI procedette anzi a rafforzarle e verso la fine del XV secolo la monarchia francese poteva contare su un esercito permanente di 20-25 mila uomini. Questa cifra, corrispondente a circa l'1% dei maschi adulti compresi tra i 18 e i 45 anni, può sembrare irrisoria rispetto ai coefficienti di mobilitazione degli eserciti del nostro tempo, ma per quell'epoca rappresentava senza dubbio uno sforzo enorme. La nuova tendenza non mancò di suscitare scandalo tra i tradizionalisti: l'idea che migliaia di soldati ricevessero regolarmente il soldo anche se non c'era da combattere, sembrò a molti alquanto bizzarra. In realtà la scelta di creare eserciti permanenti rispondeva a esigenze ben precise, e per questo fu seguita dalle altre potenze europee. L'esercito permanente rappresentava una forza d'intervento sicura, non dipendeva dalla disponibilità dei feudatari, era prontamente schierabile in campo, garantiva una professionalità non inferiore a quella dei mercenari (che pure continuarono a essere largamente impiegati nelle campagne militari, accanto agli eserciti permanenti).
L'aumento dei costi della guerra fu anche determinato dall'adozione di nuovi armamenti, e soprattutto dall'
artiglieria, che esordì in grande stile proprio durante la guerra dei Cent'anni.
Il primo ricordo della polvere da sparo si trova in un'opera cinese della metà dell'XI secolo, e, in effetti, essa era conosciuta in Siria col nome di "neve cinese" e in Persia con quello di "sale di Cina". Sappiamo anche che i mongoli la impiegarono ampiamente, alla fine del XIII secolo, nel loro tentativo di invadere il Giappone, e forse anche nel 1241 contro l'Ungheria. In un primo momento essa serviva unicamente a confezionare proiettili fumogeni, incendiari ed esplosivi; il passo successivo avvenne quando la polvere fu usata per lanciare proiettili infilati in grosse canne di materiale vario (bambù, ferro, bronzo). Come in tanti altri casi, anche in questo il mondo musulmano fu mediatore tra l'Oriente e l'Occidente.
La prima raffigurazione occidentale del cannone - un vaso rudimentale posto orizzontalmente su un cavalletto, dalla cui bocca esce una freccia - risale al 1326. La parola è attestata, per la prima volta, lo stesso anno, in un documento fiorentino: la sua etimologia rimanda al greco kanun e al latino canna, "tubo". Impiegata sporadicamente in varie circostanze, in Italia come in Francia, in Germania come in Inghilterra, la nuova artiglieria fece sentire il suo boato terrificante all'inizio della guerra dei Cent'anni, durante la battaglia di Crécy e durante l'assedio di Calais. I francesi non restarono a guardare e nella seconda fase del conflitto poterono contare su una discreta artiglieria, composta di decine di pezzi: il suo uso fu determinante nello sbriciolare le fortezze con cui gli inglesi presidiavano i loro territori d'oltre Manica.
I primi cannoni avevano molti inconvenienti: il loro tiro era tutt'altro che preciso, i loro proiettili facevano più rumore che danni, il loro enorme peso li rendeva quasi inamovibili; non mancavano, infine, vivaci reazioni di tono moraleggiante contro quello strumento "non umano, ma diabolico". I condottieri e i sovrani, tuttavia, ebbero subito chiaro che in futuro nessuna politica di potenza sarebbe stata possibile senza l'artiglieria. Si trattava di migliorarne le prestazioni: così si passò dai proiettili a forma di freccia alle palle di pietra, e da queste a quelle di bronzo; la vecchia forma vascolare fu sostituita dal modello tubolare, che aumentò notevolmente la gittata e la velocità; gli affusti divennero più maneggevoli; la rapidità di tiro aumentò, passando da un solo colpo al giorno dei primi esemplari, ad alcuni colpi l'ora.
Il costo di costruzione dei cannoni, quello della polvere da sparo e dei proiettili, il soldo degli artiglieri incidevano enormemente sulle finanze dei principi e bastavano a scoraggiare quelli meno dotati di mezzi. Ma questo era solo l'inizio, perché trasportare un cannone lungo le strade accidentate e fangose del tempo era davvero un'impresa sovrumana: i 18 cannoni schierati nel 1472 dal duca di Milano richiedevano per il trasporto ben 227 carri e 522 coppie di buoi.
Le conseguenze politiche della diffusione di queste nuove armi furono notevoli: in primo luogo i signori che fino a qualche tempo prima, disponendo appena di poche centinaia di soldati e di un buon castello, potevano permettersi l'audacia di contrastare un re, ora non avevano alcuna possibilità di opporsi al tuono dei cannoni, né avevano i mezzi per procurarsi quelle armi. Il costo dei cannoni, quindi, rafforzava i re e indeboliva i signori. In secondo luogo, e per lo stesso motivo, gli Stati grandi e dotati di mezzi riuscivano, più facilmente, grazie ai cannoni, a imporre la loro volontà agli Stati piccoli e privi di mezzi.
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