11. La Cristianità e il mondo
11.1 Il declino di Bisanzio
La ripresa dell'Occidente (capitolo 10) coincise con il declino di uno degli Imperi più vitali che la storia mondiale abbia conosciuto: quello bizantino. La resistenza di questo Impero di fronte agli attacchi che in vari momenti si erano abbattuti sull'Europa continentale e sulle regioni mediterranee (prima le grandi invasioni germaniche, poi l'attacco arabo e le incursioni ungare, per non parlare della conflittualità permanente con le popolazioni slave e con quelle del Vicino Oriente) aveva avuto del miracoloso. Molte erano state le ragioni di questa eccezionale resistenza: una posizione geografica facilmente difendibile, con la capitale - Costantinopoli - protetta per tre quarti dal mare e per il resto da un breve tratto di mura imponenti, una flotta numerosa e tecnologicamente ben attrezzata, un'economia più evoluta della maggior parte delle economie dell'epoca. Certo i costi erano stati enormi e Bisanzio aveva dovuto cedere agli arabi circa tre quarti dei suoi territori; dopo la grande battaglia di Manzikert (1071) i
turchi selgiuchidi - una popolazione asiatica originaria del Turkestan che già da molto tempo era profondamente islamizzata - avevano sottratto a Bisanzio gran parte dell'altopiano anatolico. Ma la città resistette e conservò il controllo di un territorio non grande ma strategicamente dislocato in una posizione chiave tra Europa e Asia (un territorio corrispondente grosso modo alla Grecia con la Macedonia e alla parte occidentale dell'odierna Turchia).
Quello bizantino era un Impero cristiano, ma diviso dalla Cristianità di Occidente. Alla base di questo fossato, che si era progressivamente approfondito durante tutto il Medioevo, stavano divergenze di carattere religioso: anzitutto la Chiesa bizantina - come abbiamo visto - non riconosceva il primato del vescovo di Roma e dipendeva direttamente dall'imperatore, che a Costantinopoli era anche la suprema autorità religiosa. A complicare le cose si aggiungeva la teologia: gli occidentali sostenevano che lo Spirito Santo discendeva sia dal Padre che dal Figlio, i bizantini affermavano che discendeva unicamente dal Padre. Per questo i bizantini erano visti in Occidente come eretici: "Tutte le eresie - aveva detto nel 968 l'ambasciatore dell'imperatore di Germania a Costantinopoli - sono nate presso di voi, hanno trionfato presso di voi. Noi occidentali le abbiamo soffocate, le abbiamo uccise". Come sempre accade in questi casi, l'odio si nutriva anche di luoghi comuni: il popolo bizantino veniva definito come corrotto e amante del lusso ("Quella gente molle e effeminata, dalle larghe maniche, con in testa tiare e turbanti..."); i bizantini, a loro volta, disprezzavano gli occidentali: sia i franchi e i germani, da loro giudicati troppo rozzi e incolti, sia gli italiani che apparivano troppo lontani da quell'antica virtù guerriera che un tempo li aveva resi padroni del mondo ("Voi non siete romani, ma longobardi..."). Lo scisma del 1054 (
8.6) non fu che la conferma di un plurisecolare processo di distacco, dal punto di vista culturale e religioso, dell'Oriente dall'Occidente.
Dal X secolo in poi la compagine bizantina cominciò a decadere vistosamente: mentre la pressione dei nemici sulle frontiere non accennava a diminuire, un fiscalismo eccessivo soffocava la piccola proprietà agricola e garantiva enormi privilegi ai grandi latifondisti. L'oppressione fiscale e lo sfruttamento dei contadini da parte dei nobili strangolavano il sistema economico e accrescevano fino al livello di guardia la tensione sociale. Rispetto a un'Europa depressa e attardata come quella dell'alto Medioevo, Bisanzio era apparsa come un faro di civiltà, ma ora che l'Europa si riprendeva, aprendosi a nuove esperienze economiche e culturali, Bisanzio perdeva colpi su colpi.
Il distacco tra il mondo bizantino e la Cristianità occidentale fu accentuato anche dall'allontanamento delle forze bizantine che occupavano la Sicilia e parte dell'Italia meridionale. L'intervento degli arabi nel IX secolo e dei normanni nell'XI, poi, portò, infatti, al definitivo abbandono dei possedimenti bizantini nella nostra penisola.
Torna all'indice