10.4 Il villaggio
Le famiglie contadine potevano vivere lontane una dall'altra, se le forme d'insediamento di una determinata regione erano disperse. Normalmente, tuttavia, esse vivevano in un villaggio: un campanile, la torre, le case di legno o di pietra disposte tutto intorno, raccoglievano i contadini in un insieme che poteva essere più o meno ampio e popolato, ma che presentava quasi ovunque le stesse caratteristiche.
Dove finiva il villaggio cominciava la distesa delle terre arabili: i poderi appartenenti alle varie famiglie erano delimitati accuratamente ma non li divideva nessuna recinzione permanente. Dopo la mietitura l'insieme dei campi veniva infatti utilizzato in comune, per il pascolo. Oltre questi campi, alla periferia del territorio del villaggio, si estendevano i terreni incolti e i boschi, anch'essi sfruttati collettivamente per la caccia, la pesca, la raccolta del legname, del miele, dei frutti selvatici, che integravano un'alimentazione sostanzialmente povera e monotona.
I vincoli che tenevano unite le comunità di villaggio erano molto forti. Erano anzitutto di carattere materiale: la manodopera disponibile nell'ambito di una sola famiglia consentiva di far fronte ai lavori correnti, ma era del tutto insufficiente a eseguire i grandi lavori stagionali (l'aratura, la potatura delle vigne, il taglio del fieno, la mietitura, la vendemmia), che richiedevano, per ragioni climatiche, una concentrazione degli sforzi in un periodo di tempo breve. La collaborazione tra le famiglie del villaggio consentiva appunto di risolvere, con vantaggio di tutti, il problema, altrimenti insormontabile, dei grandi lavori stagionali (i grandi proprietari li risolvevano in altro modo: tramite le corvées e il lavoro dei salariati e dei servi).
In molte località, soprattutto nei territori di montagna, i contadini univano le loro forze per assicurare la manutenzione dei ponti e delle strade. Analogamente, la conquista di nuovi terreni arabili, strappati al mare, alle paludi, ai boschi (
10.1) richiedeva sforzi collettivi, necessari alla costruzione di dighe, argini, canali, ecc.
A questa solidarietà di carattere materiale si aggiungeva la solidarietà religiosa: gli abitanti del villaggio dipendevano infatti da un'unica parrocchia (
8.3), veneravano gli stessi santi, continuavano talvolta a praticare, accanto ai riti cristiani, antichi riti risalenti a epoche antichissime.
Questi erano i più importanti legami che tenevano unita la
comunità di villaggio. Esistevano però anche tendenze opposte, fattori che incrinavano questa solidarietà rendendola di difficile attuazione. Già nel XII secolo, e ancor più nel XIII, si accentuò una progressiva differenziazione economica all'interno delle comunità contadine: individui più intraprendenti e dotati di mezzi economici più solidi sfruttarono a loro vantaggio l'andamento favorevole dei prezzi agricoli, si inserirono efficacemente nella dinamica dei mercati, modificarono le colture per venire incontro alle richieste delle città, recintarono i propri campi. I signori trasferitisi in città, i contadini arricchitisi, i borghesi che investivano nella terra, erano tutti estranei alla logica della solidarietà comunitaria che, senza scomparire mai del tutto, subì ovunque un forte ridimensionamento.
Torna all'indice