11.9 Sommario
L'Impero bizantino - diviso dalla Cristianità d'Occidente da profonde divergenze teologiche - aveva resistito agli attacchi abbattutisi nei secoli precedenti sull'Europa continentale e sulle regioni mediterranee, ma nell'XI secolo aveva dovuto cedere ai turchi i tre quarti dei suoi territori. Da allora si venne accentuando il distacco tra il mondo bizantino in decadenza e un'Europa in fase di ripresa.
A partire dall'VIII secolo le divisioni interne - dinastiche e religiose -, che si erano manifestate in seno al mondo islamico già nella prima fase delle conquiste, ebbero importanti conseguenze. La dinastia omayyade venne spodestata dagli Abbasidi, discendenti di uno zio di Maometto, che, pur essendo sunniti, coalizzarono per l'occasione kharigiti e sciiti. La capitale fu spostata da Damasco, in Siria, a Bagdad, in Iraq. Gli Abbasidi persero, tuttavia, in progresso di tempo, il controllo degli Emirati di Marocco, Tunisia, Egitto, Spagna. Gli ultimi due assunsero alla dignità di Califfati autonomi: l'Egitto sotto gli sciiti Fatimidi; la Spagna sotto una nuova dinastia omayyade, fondata dall'unico scampato alla persecuzione abbaside. Se, sul piano culturale e scientifico, gli occidentali avevano tratto molti elementi dal mondo arabo, su quello ideologico i rapporti tra le due civiltà furono caratterizzati da una sempre più netta contrapposizione. Comunque i musulmani, inizialmente portati a considerare tutti i popoli che non condividevano il loro credo religioso come irriducibili nemici, assunsero poi una posizione più tollerante nei confronti di ebrei e cristiani. Gli arabi facevano largo uso del lavoro degli schiavi, che si procuravano o attraverso incursioni lungo le coste del Mediterraneo o acquistandoli dagli europei. Il commercio dei mercanti occidentali col mondo islamico assunse proporzioni notevoli: oltre agli schiavi, si vendevano agli arabi soprattutto armi e panno inglese, e si acquistavano da loro varie merci pregiate importate dall'Africa centrale e dall'Asia.
Per l'Occidente cristiano il X secolo fu un periodo di angosce e attese religiose, che vennero indirizzate dalla Chiesa in due direzioni: la costruzione di nuove chiese e il pellegrinaggio. Si diffuse anche, di fronte ai segni di un progresso nascente, la spinta a limitare le "guerre private" e a creare una nuova morale guerriera: furono così stabilite certe proibizioni all'uso delle armi (tregua di Dio) mentre l'aggressività militare venne dirottata dalla Chiesa contro gli "infedeli".
Nell'XI secolo i normanni avevano cacciato gli arabi dalla Sicilia: nello stesso periodo le città italiane erano passate a una politica offensiva riassumendo il controllo del Mediterraneo. Nella penisola iberica iniziò la lunga Reconquista dei territori occupati dai musulmani; la politica di dure discriminazioni nei confronti dei moriscos (musulmani convertiti al cattolicesimo) sarebbe culminata, all'inizio del '600, con la loro espulsione in massa dalla Spagna. Tutti questi fatti erano indice della ripresa d'iniziativa dell'Europa cristiana contro un Islam in declino e in preda a fattori di disgregazione (da ricondurre a motivi tanto religiosi che sociali).
Alla fine dell'XI secolo il papato additò alla Cristianità l'obiettivo della liberazione della Terrasanta, in cui ai motivi religiosi si univano il desiderio di conquistare nuove terre e ricchi bottini e la necessità di dar sfogo al sovrappopolamento di molte regioni. Nel 1096, dopo l'insuccesso della cosiddetta crociata popolare, partì la prima crociata che si concluse con la presa di Gerusalemme (seguita dal massacro di saraceni ed ebrei). La conquista portò, contro le mire dell'imperatore di Bisanzio, alla costituzione di Stati cristiani indipendenti, alcuni dei quali resistettero per quasi due secoli. Mentre le crociate divenivano quasi un'istituzione permanente (all'inizio della buona stagione, ogni anno, schiere di pellegrini, soldati, avventurieri partivano per l'Oriente), si rese necessaria la costituzione di ordini monastico-militari che garantissero la sopravvivenza dei nuovi Stati e disciplinassero i molti pellegrini armati che continuamente affluivano in Terrasanta.
Le crociate successive alla prima (ben sette) furono un fallimento dal punto di vista militare; contemporaneamente le motivazioni economiche (soprattutto delle città marinare italiane) ridussero il peso della componente religiosa. In particolare, la quarta crociata finì per dirigersi non contro Gerusalemme (che era tornata in mano ai turchi) ma contro Costantinopoli, assecondando gli interessi commerciali di Venezia. Espugnata la città (1204), fu insediato l'Impero latino d'Oriente, che sarebbe caduto solo meno di sessant'anni dopo.
Originari delle lontane steppe asiatiche, i mongoli furono protagonisti di una sorprendente espansione. Iniziata sotto la guida di Gengis Khan con l'invasione della Cina (1215), l'avanzata mongola portò rapidamente alla formazione di un impero che si estendeva dall'Ungheria alla Corea, dalle steppe del Nord al Golfo Persico. L'unificazione di spazi immensi sotto il dominio mongolo favorì i contatti con l'Asia da parte di missionari cristiani e di mercanti italiani (il veneziano Marco Polo arrivò a svolgere importanti incarichi per il gran khan).
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