7.2 Il bene e il male
La vita spirituale dei cristiani, e quindi di quasi tutti gli abitanti dell'Europa, era dominata da una
visione dualistica: nel mondo era in atto un'incessante battaglia tra il "Bene" e il "Male", tra Satana e Dio. Rispetto a questo scontro, che assumeva la vera e propria caratteristica di una lotta per il controllo del Creato, gli uomini non potevano restare neutrali: ciascuno doveva fare la sua scelta, ed era una scelta senza compromessi. La spiritualità dell'epoca, infatti, non contemplava troppe sfumature: o con Dio o con Satana.
Secondo la teologia cristiana Satana non era certo una potenza uguale a Dio; strettamente parlando non era una divinità, ma un angelo caduto. Eppure per la sensibilità degli uomini dell'epoca, il diavolo assumeva spesso il ruolo di una grande divinità, antagonista del dio buono. Questa credenza diffusa finiva per essere, nella sostanza, non troppo diversa dalla concezione manicheista, propria di più antiche eresie, che interpretava appunto la storia umana come perenne conflitto tra due entità concorrenti, il dio del bene e il dio del male. Notiamo anche, a questo proposito, una certa divaricazione tra i princìpi dottrinali della religione cristiana e le convinzioni del popolo cristiano: queste ultime, affidate alla cura di un clero spesso non molto più colto dei contadini della propria parrocchia, erano tutt'altro che compatte e si aprivano agli influssi più disparati.
Nella vita di ogni giorno Satana appariva sotto mille travestimenti: astuto o incantatore, poteva assumere le sembianze di un santo, di una stupenda fanciulla, di un bel giovane, di un animale, ma spesso appariva anche con i suoi connotati peculiari, cioè come quella creatura orrenda e disgustosa che vediamo ritratta in tante sculture nelle chiese medievali. Accade non di rado che il diavolo sia rappresentato anche in forme comiche, come un personaggio dal comportamento burlone e divertente. Nel lettore moderno questo miscuglio di paura e di riso, di orrore e divertimento, di tragico e comico, suscita qualche problema: sembra quasi una stonatura inspiegabile. Anche il comico, però, come tanti altri fenomeni, è una categoria che varia nel tempo: la funzione del comico nel Medioevo era diversa dalla nostra, e quello che oggi suscita il riso, allora non faceva ridere o faceva ridere con emozioni e sensazioni diverse. Nel caso in questione si trattava di un riso che non cancellava la paura e che, anzi, si fondeva con essa. Gli studiosi indicano il fenomeno con il termine grottesco.
Il
grottesco medievale esprimeva una percezione dualistica dell'esistenza, fondata sulla polarità tra mondo terreno e mondo celeste, e la sua funzione era quella di avvicinare questi due mondi: attraverso il riso si poteva riconoscere il soprannaturale che si annidava in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Un diavolo simpatico e capace di battute di spirito, oppure un santo dispettoso, non incutevano però meno terrore o meno rispetto. Piuttosto erano più reali, più vicini agli uomini e attenuavano, con i loro atteggiamenti grotteschi, la distanza tra il cielo e la terra. Il grottesco può quindi essere considerato una forma di avvicinamento al sacro: nello stesso momento in cui profana il sacro e il soprannaturale, il riso lo riconosce e quindi lo avvicina. Il grottesco popolare, che materializzava e rendeva concreto il mondo soprannaturale, è stato definito, giustamente, come una caratteristica strutturale della coscienza religiosa popolare. Anche la cultura moderna conosce il grottesco, ma come procedimento creativo (per esempio nella letteratura e nell'arte), consapevole e intenzionale. Il grottesco medievale, invece, non è un procedimento artistico: non esprime la fantasia e il linguaggio di un artista, ma la visione del mondo delle classi popolari.
In un'epoca in cui le angosce, le insicurezze quotidiane e il terrore dell'inferno (dove si riteneva che finisse la maggior parte dell'umanità) incidevano profondamente sull'inconscio collettivo, i confini tra il sogno e la realtà erano molto sfumati. Visioni e apparizioni erano fenomeni comuni, con cui gli uomini convivevano quotidianamente. Le categorie di reale e irreale variano nel tempo e quello che per noi è assolutamente incredibile per gli uomini del Medioevo poteva essere assolutamente credibile. Un posto di rilievo nella coscienza delle popolazioni medievali avevano i
miracoli: gli uomini dell'epoca erano convinti, proprio come i loro predecessori, che i miracoli accadessero spesso e fossero uno dei modi normali attraverso i quali si manifestava il soprannaturale.
Per combattere il diavolo e le forze del male non sempre bastava la preghiera o una condotta irreprensibile. Si faceva ricorso, per esempio, ad alcuni uomini di Chiesa specializzati nella lotta al demonio, gli esorcisti, che con tecniche raffinate allontanavano Satana dal corpo in cui si era annidato. Più frequentemente ci si appellava al potere superiore dei
santi, preziosi intermediari tra Dio e l'umanità aggredita, e in particolare al potere delle loro reliquie, sparse nei santuari di tutta Europa. Durante l'età medievale si verificò una crescente specializzazione dei santi: a ognuno di loro veniva attribuita una particolare funzione (proteggere un determinato mestiere, guarire una determinata malattia, scansare una determinata calamità, ecc.); c'erano inoltre santi protettori di una città, di un quartiere, di un villaggio. Ma anche un singolo individuo poteva scegliere il santo che più gli piaceva, intessendo, così, un rapporto di tipo privilegiato; normalmente il santo prescelto era quello che portava lo stesso nome che il fedele aveva ricevuto col battesimo. I santi, le cui imprese erano raccontate in una miriade di "Vite", biografie edificanti a uso dei fedeli, erano gli eroi più popolari della società medievale. Le autorità ecclesiastiche non tardarono ad accorgersi che la diffusione del culto dei santi e delle loro reliquie finiva per oscurare il culto divino vero e proprio, reintroducendo per giunta forme di idolatria pagana, e cercarono di porre un freno al fenomeno. Ma inutilmente: il popolo aveva fame di miracoli e quindi anche di santi.
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