7.5 La teoria delle tre funzioni
La società medievale aveva un carattere autoritario e gerarchico, che si riflette in molti documenti dell'epoca. Il più celebre è un poema del vescovo Adalberone di Laon, scritto verso il 1015 in onore del re di Francia Roberto il Pio. Qui troviamo formulata un'immagine globale della società, basata sulla distinzione di tre "ordini" fondamentali:
La società dei fedeli - scrive Adalberone - forma un solo corpo, ma lo Stato ne comprende tre. La legge umana, infatti, distingue altri due ordini: nobili e servi, che non sono retti dallo stesso regolamento. Due personaggi occupano il primo posto: uno è il re, l'altro l'imperatore; dal loro governo vediamo assicurata la solidità dello Stato; il resto dei nobili ha il privilegio di non essere soggetto ad alcun potere, purché si astenga dai crimini che vengono repressi dalla giustizia regale. Essi sono i guerrieri, protettori delle chiese; sono i difensori del popolo, dei grandi come dei piccoli, di tutti, insomma, e garantiscono al tempo stesso la propria sicurezza. L'altra classe è quella dei servi: questa razza infelice non possiede nulla se non al prezzo della propria fatica. Chi potrebbe [...] fare il conto delle occupazioni che assorbono i servi, delle loro lunghe marce, dei duri lavori? Denaro, vesti, cibo, i servi forniscono tutto a tutti; non un solo uomo libero potrebbe vivere senza servi.
La casa di Dio, che si crede una, è dunque divisa in tre: gli uni pregano, gli altri combattono, gli altri infine lavorano. Queste tre parti coesistono e non sopportano di essere disgiunte; i servizi resi dall'una sono la condizione delle opere delle altre due; e ciascuna a sua volta s'incarica di soccorrere l'insieme.
In questa società vista come una e trina, sul modello della divinità, il vertice è occupato dagli "specialisti della preghiera", gli
oratores, che mettevano in collegamento l'umanità con Dio. Ma il sistema dei valori sociali dominanti attribuiva una collocazione di grande rilievo anche agli uomini di guerra, i
bellatores: gli specialisti della preghiera diffondevano la fede con l'uso della parola e con l'insegnamento del Vangelo, gli specialisti delle armi la proteggevano con la spada, colpendo gli eretici, i miscredenti e tutti gli altri nemici della Cristianità. Nessun lavoro manuale si addiceva a questi guerrieri orgogliosi dei loro privilegi. Lavorare toccava, infatti, al terzo ordine, cui la Provvidenza aveva assegnato il compito di mantenere gli altri due. I
laboratores vengono anche chiamati, nel documento che abbiamo appena esaminato, "servi"; la condizione di chi lavora manualmente è infatti considerata, indipendentemente dalla condizione giuridica dell'individuo, come una condizione di asservimento, di totale subordinazione sociale. La durezza della "signoria rurale" (
6.10), sottoponendo tutti gli abitanti del villaggio - liberi o schiavi che fossero - alle stesse esazioni, li confondeva in un'unica condizione di asservimento.
In questa teoria dell'ordine sociale non c'è posto per la mobilità e, infatti, non si contempla alcun passaggio da un ordine all'altro: ciascuno deve rimanere al suo posto e non è conveniente cercare di sottrarsi alla propria condizione. Il mutamento dell'assetto stabilito dalla volontà divina farebbe venir meno quei vincoli di solidarietà reciproca che tengono uniti in un comune interesse gli oratores, i bellatores e i laboratores. Ma sconvolgere l'ordine sociale scardinando i vincoli che legano ciascuno al suo destino, è anche un'offesa contro la volontà divina: l'organizzazione della società ha infatti una base sacrale (Adalberone chiama la società "casa di Dio") ed è divisa in tre, proprio come la Trinità. La teoria delle tre funzioni riproduce sulla Terra l'ordine celeste.
Naturalmente la teoria dei tre ordini non descrive la società medievale come realmente era. Sappiamo, infatti, che l'articolazione delle funzioni sociali era assai più complessa di quella così netta partizione. Essa esprimeva nondimeno la "visione sociale delle élites" (quella laica, quella ecclesiastica) che detenevano il potere e la loro forte ostilità a qualsiasi mutamento.
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