5.3 La religione musulmana
In lunghi anni di predicazione e di lotte, il contenuto della religione musulmana si era andato arricchendo e precisando, e aveva assunto un carattere più sistematico.
Alla base della religione musulmana c'era un libro sacro, il Corano, il cui testo canonico fu fissato sotto il califfo Othman. Nel libro si ricercava una risposta a tutti gli interrogativi umani, non solo in materia di religione, ma anche di rapporti sociali, di economia, di politica. Essendo il testo del Corano insufficiente a tale scopo, si fece ricorso anche alla sunna, il corpus delle tradizioni, raccolte dai compagni di Maometto, relative al comportamento che il profeta aveva assunto di fronte a problemi particolari. La sunna divenne pertanto uno dei testi basilari del diritto musulmano, valido per la maggioranza dei fedeli.
Nella concezione musulmana, l'Islam (letteralmente "sottomissione a Dio") non era una nuova religione, ma la stessa religione eterna che era stata in precedenza rivelata agli ebrei e ai cristiani, e che questi avevano corrotto. I musulmani, come abbiamo visto, non negavano la validità delle rivelazioni che erano state fatte ai profeti del passato, tra i quali includevano Gesù, ma ritenevano che la rivelazione ricevuta da Maometto fosse la più completa e pura.
Ma che cosa voleva dire essere musulmani? Sostanzialmente voleva dire adempiere a cinque compiti fondamentali (i cosiddetti cinque pilastri): professare la fede monoteista, pregare, pagare l'elemosina stabilita per legge, digiunare durante il mese di ramadan, fare, almeno una volta nella vita, il pellegrinaggio alla Mecca.
Venivano poi i cosiddetti buoni costumi, stabiliti dal profeta. Tra questi primeggiava il
gihad (quasi una sorta di sesto pilastro), vale a dire lo "sforzo" militare contro i pagani e coloro che non rispettavano l'Islam e i suoi diritti (p. 93). Altre norme riguardavano aspetti del comportamento (per esempio l'uso del velo femminile) e la vita matrimoniale: a una donna musulmana era proibito sposare un ebreo o un cristiano, mentre a un musulmano era concesso sposare donne di religione diversa; l'adulterio era punito con la massima severità; la poligamia - limitata però a un massimo di quattro mogli, tutte di pari diritti - era consentita.
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