16.3 Il problema della Borgogna e il consolidamento della monarchia francese
All'indomani della guerra dei Cent'anni la monarchia francese dovette affrontare il problema della Borgogna, una regione chiave per gli equilibri politici continentali, dall'agricoltura florida (famosissimi i suoi vigneti) e posta alla confluenza di importanti vie di traffico. Il suo nome, che risaliva all'insediamento in Gallia della popolazione germanica dei Burgundi, indicava, già prima del Mille, una vasta regione estesa dalla Valle di Susa e dal Lago di Ginevra fino ai limiti delle regioni di Orléans e di Parigi. All'interno di questa regione si era successivamente affermata una distinzione tra la cosiddetta Contea di Borgogna (o Franca Contea), a est dei fiumi Saône e Rodano, e il Ducato di Borgogna, a ovest della Saône.
Legato da vincoli feudali con il re di Francia, il Ducato di Borgogna era, tuttavia, per la sua forza politica ed economica, una potenza largamente autonoma e spesso addirittura concorrente con la monarchia di Francia. Nel 1363 il sovrano francese Giovanni II, entrato in possesso del Ducato in seguito a una crisi dinastica, l'aveva affidato al proprio figlio Filippo l'Ardito (1363-1404). Sposandosi poi con la contessa Margherita di Fiandra, Filippo aveva ottenuto in dote, oltre alla Fiandra, l'Artois e la Franca Contea e si era così trovato a controllare, di fatto, territori discontinui ma dislocati lungo tutta la fascia dell'Europa centro-settentrionale compresa tra il massiccio del Giura e il Mare del Nord.
La crisi della monarchia francese e l'esplodere della lotta tra borgognoni e armagnacchi aveva provocato un nuovo allontanamento della Borgogna dalla Francia e aperto una fase di grande crescita politica del Ducato. Iniziò allora l'avventura della Borgogna nel gioco della grande politica europea: sotto la guida di duchi come Giovanni Senza Paura (1404-19), Filippo il Buono (1419-67) e Carlo il Temerario (1467-77) essa diventò uno Stato potente, che trattava da pari a pari con i sovrani e gli imperatori e che aspirava addirittura a inglobare la debole monarchia di Francia, umiliata dall'occupazione degli inglesi. In quegli anni la capitale borgognona, Digione, soppiantò Parigi e divenne uno dei fari della vita artistica e culturale europea.
La politica ambiziosa e intraprendente del Ducato di Borgogna raggiunse il punto più alto sotto la guida di
Carlo il Temerario, che cercò di congiungere i territori propriamente borgognoni con quelli di Fiandra, dando vita a una terza potenza posta tra la Francia e l'Impero. Nel Nord Europa Carlo diede ulteriore impulso all'unificazione, intorno alla Fiandra, di un conglomerato di territori, i
Paesi Bassi, corrispondente grosso modo ai confini degli odierni Stati del Belgio e dell'Olanda. Tra il 1384 e il 1441, il Ducato di Borgogna aveva infatti esteso il suo controllo sull'Artois, il Namur, il Brabante, il Limburgo, il Lussemburgo, il Hainaut, l'Olanda, la Zelanda. Per contrastare l'autonomia politica delle città di quelle regioni, che erano tra le più ricche e vivaci del continente, i duchi di Borgogna avevano imposto magistrati di nomina governativa e dato vita a istituzioni centralizzate su base regionale (per esempio i Consigli di Fiandra e del Brabante, che dirigevano l'amministrazione generale e rendevano giustizia d'appello). Carlo generalizzò queste istituzioni regionali, e soprattutto potenziò gli organismi centrali preposti al governo dei Paesi Bassi: tutte le corti territoriali di giustizia furono sottoposte a una corte generale, il Parlamento di Malines; la stessa centralizzazione fu attuata in campo finanziario, con la creazione di una Camera dei conti, sempre a Malines.
Le ambizioni di Carlo si scontrarono con la resistenza delle città alsaziane, delle città renane, di quelle dei Paesi Bassi, dei duchi di Lorena e, naturalmente, del suo più tenace nemico, il re di Francia
Luigi XI (1461-83). Contro quest'ultimo il duca fomentò anche una grave rivolta dell'alta nobiltà francese, riunitasi nella Lega del bene pubblico (1464) con lo scopo di contrastare la politica accentratrice della corona. Ma il tentativo non ebbe successo per l'abilità con cui il re riuscì a dividere e a soffocare il fronte degli oppositori.
Forte di notevoli mezzi economici, di un esercito permanente e della migliore artiglieria dell'epoca, Carlo il Temerario allarmò ben presto tutta l'Europa centrale. Lo stesso imperatore Federico III (1440-93), che pure aveva accettato di intraprendere trattative con lui in prospettiva di un matrimonio dinastico tra il proprio figlio e una figlia di Carlo, cambiò precipitosamente idea e si alleò con il re di Francia. Carlo si trovò dunque isolato: l'alleanza con il re d'Inghilterra e con alcuni Stati italiani (Repubblica veneta, Ducato di Milano, Ducato di Savoia), non gli garantiva aiuti determinanti, mentre il numero dei suoi nemici cresceva di giorno in giorno. La rovina di Carlo il Temerario cominciò con una disastrosa spedizione contro gli svizzeri, che nel 1476 gli inflissero due gravissime sconfitte a Granson e Morat. L'anno dopo Carlo morì combattendo contro gli svizzeri sotto le mura di Nancy. La spartizione delle terre del Ducato di Borgogna avrebbe contrapposto, in seguito, il re di Francia e l'imperatore di Germania.
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