14.7 Sommario
Alla fine del XIII secolo si arrestò l'espansione demografica ed economica dell'Europa iniziata nell'XI. La scarsa fertilità delle nuove terre che erano state messe a coltura provocò la scomparsa di moltissimi centri abitati. A partire dal '300 la vita europea fu a lungo segnata dagli effetti nefasti di carestie (conseguenza di uno squilibrio tra popolazione e produttività agricola) ed epidemie, anzitutto di peste.
Il bacillo della peste ricomparve in Europa dopo cinque secoli (facendovi, nel '300, 30 milioni di morti) proveniente dall'Asia. La medicina del tempo non possedeva gli strumenti per combattere la malattia (le pestilenze erano attribuite a corruzione dell'aria ovvero all'influenza degli astri). L'inspiegabilità della malattia e l'impotenza della medicina scatenavano paure collettive. Nella peste l'uomo medievale vedeva l'opera del demonio; l'impotenza favoriva manifestazioni di isterismo collettivo, come le durissime penitenze cui si sottoponevano i "flagellanti" e la caccia agli ebrei, i "diversi" per antonomasia.
La peste e le molte altre malattie dell'epoca colpivano soprattutto i poveri, per la scarsa resistenza del loro organismo dovuta ad un'alimentazione insufficiente e squilibrata. Nel tardo Medioevo l'età media era di circa 35 anni e altissima era la mortalità infantile.
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