5.6 Sommario
In Medio Oriente tra il VI e il VII secolo, mentre bizantini e persiani erano impegnati in una guerra permanente, nacque una nuova religione e, insieme, un nuovo Impero. L'Arabia preislamica era divisa tra una zona fertile e ricca d'acqua, con una intensa vita urbana e commerciale, e le enormi distese desertiche solcate dai beduini, bellicose popolazioni nomadi organizzate in tribù, che vivevano di allevamento, commercio carovaniero e razzie. Molto diffusi erano i culti politeistici e principale centro religioso della penisola arabica era la Mecca, situata al crocevia di importanti traffici commerciali.
Dopo la "rivelazione" del 610, Maometto si dedicò alla Mecca ad una predicazione dai contenuti semplici e suggestivi: Allah come unico dio, la sottomissione (islam) alla sua autorità, il giudizio finale, l'aiuto ai poveri. Il suo messaggio fu accolto con favore soprattutto dai ceti inferiori, ma suscitò anche dure reazioni da parte dei dirigenti della Mecca. Nel 622 Maometto e i suoi seguaci emigrarono rifugiandosi a Yathrib (Medina). In questa fase si precisò il rapporto tra giudaismo e religione islamica, per la quale era inaccettabile l'idea che quello ebraico fosse il popolo "eletto" da Dio (di conseguenza gli ebrei di Medina furono perseguitati ed espulsi). La comunità musulmana acquistò anche una compattezza di tipo militare che permise una fase di espansione e, nel 630, la conquista della Mecca. Maometto morì due anni dopo.
I musulmani, il cui libro sacro era il Corano, consideravano la loro religione come la manifestazione più pura di una religione eterna che era già stata rivelata ad ebrei e cristiani e che questi avevano corrotto. La religione musulmana, che forniva prescrizioni anche per molti aspetti della vita sociale, si fondava sull'adempimento di cinque compiti fondamentali e sull'obbedienza ai cosiddetti "buoni costumi" (tra i quali particolare importanza aveva l'impegno militare contro i pagani e quanti non rispettavano l'Islam).
Dopo la morte di Maometto si verificarono contrasti per la successione, infine risolta con la nomina a califfo di Abu Bakr che diede inizio alla grande espansione islamica; sotto il suo successore, Omar, gli arabi strapparono all'Impero bizantino Egitto, Siria, Palestina, e all'Impero persiano la Mesopotamia. Sotto il califfo Othman - nonostante i suoi grandi successi militari (conquiste in Africa settentrionale e sottomissione di tutto l'Impero persiano) - si aprì una grave crisi politica, originata dal malcontento dei parenti più stretti del profeta, emarginati dopo la morte di questi. Dopo l'uccisione di Othman in seguito a una congiura suscitata da Alì (cugino di Maometto), l'Islam si spaccò in due fazioni in guerra tra loro. Sconfitto, Alì si ritirò in Iraq con i suoi seguaci (sciiti) separandosi dalla maggioranza dei musulmani ortodossi (sunniti), che riconobbero il nuovo califfo Mo'awiya, fondatore della dinastia omayyade.
Sotto questa dinastia l'Islam, che ora aveva la capitale a Damasco, riprese la sua espansione in tre direzioni: in Asia Minore e verso Costantinopoli (che non riuscì a conquistare); in Africa (Maghreb) e in Spagna, strappata ai visigoti al principio dell'VIII secolo; verso l'Asia centrale e l'India, fermandosi infine di fronte all'ostacolo insormontabile dell'Impero cinese. Le cause di questa prorompente espansione vanno individuate nell'entusiasmo religioso, nella necessità di dare sfogo al sovrappopolamento delle comunità arabe, nella estenuante guerra che aveva indebolito bizantini e persiani, nella arrendevolezza di molte popolazioni soggette al peso dei tributi e alla oppressione delle minoranze religiose attuata da persiani e bizantini. Nei territori conquistati - divisi dagli Omayyadi in cinque governatorati - il dominio arabo si esercitò in forme piuttosto moderate: confische e forti imposizioni fiscali colpirono solo le popolazioni o i soggetti che avevano opposto resistenza alle armi islamiche; i non musulmani restarono indisturbati dietro pagamento di una tassa personale. Col passare del tempo la popolazione dell'impero arabo si trovò divisa in tre categorie: una sorta di aristocrazia rappresentata dai "musulmani di origine", gli unici che potevano militare nell'esercito; i musulmani convertitisi in epoca più recente, che si dedicavano alle attività commerciali e artigianali; i sudditi non musulmani, che per lo più vivevano nelle campagne.
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