9.4 L'idea imperiale
Quanto si è detto per i fondamenti del potere monarchico vale in ugual misura per i re e per gli imperatori. La corona imperiale, infatti, non aggiungeva nessun diritto concreto a quelli derivanti dalla dignità regale. Essa, tuttavia, non era solo un titolo onorifico e di prestigio. Ottenere l'incoronazione imperiale voleva dire ricevere la legittimazione al
potere universale.
Gli imperatori occidentali si consideravano come gli unici e autentici successori degli imperatori romani: presupposto di questa pretesa era l'incoronazione dalle mani del papa, in mancanza della quale l'imperatore non poteva legittimamente definirsi tale. Nella prospettiva del pontefice, come si è già visto, l'imperatore, "figlio prediletto della Chiesa di Roma", era stato creato soltanto per assistere la Chiesa nella sua espansione su scala universale, era un advocatus, un "difensore" della Chiesa. Questo significava anche che all'imperatore di Bisanzio - la cui pretesa di discendere dagli imperatori romani era senza dubbio, sotto il profilo storico, più fondata di quella dei suoi concorrenti occidentali - il pontefice non riconosceva alcun diritto a quel titolo: l'imperatore bizantino veniva considerato un semplice re greco.
I rapporti con l'Impero bizantino sono fondamentali per comprendere la nascita e la vitalità dell'idea imperiale nell'Europa medievale. L'imperatore di Costantinopoli, infatti, non riconosceva la suprema autorità del vescovo di Roma sul mondo cristiano e questo rifiuto pesò a lungo sulle aspirazioni egemoniche del papato, che, a sua volta, reagì nell'unico modo possibile: negando la legittimità imperiale del monarca di Bisanzio, valorizzando l'imperatore germanico e ponendo quest'ultimo sotto la propria autorità. In questa complessa e secolare operazione i rischi per il papato furono molto seri: l'imperatore, creatura del vescovo di Roma, tentò infatti in tutti i modi di sottrarsi a questa tutela e di sottomettere il pontefice alla sua autorità (
8.8 e capitolo 12).
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