6.11 L'economia "chiusa"
L'Impero carolingio ebbe un carattere continentale: il suo nucleo era la regione renana, nel cuore dell'Europa; i mari che lo circondavano erano barriere piuttosto che ponti verso altre civiltà. Il Mediterraneo, conteso tra arabi e bizantini (
5.5), aveva ormai perduto quell'unità che i lunghi secoli della dominazione romana gli avevano assicurato; l'Atlantico e i mari del Nord non erano solcati da convogli regolari. Del resto, come tutti i germani a eccezione dei vandali e dei sassoni, i franchi non avevano mai avuto una flotta.
A questo carattere continentale corrispondeva una
economia "chiusa" in cui l'agricoltura aveva un ruolo ancora più dominante che nel mondo tardoromano, la circolazione delle merci era ristretta a pochi generi di lusso e ostacolata da un'infinità di dogane e di pedaggi che i vari signori locali imponevano presso ogni crocevia, presso ogni ponte. La moneta era scomparsa quasi completamente dalle piccole transazioni ed era stata sostituita dal baratto; quando veniva usata aveva una funzione simile a quella del lingotto di metallo pregiato; la si doveva pesare ogni volta per determinarne il valore. Essa cioè non aveva più un valore teorico, garantito dall'autorità che l'aveva emessa, ma un valore "naturale" corrispondente alla quantità di metallo in essa contenuto.
Il crollo dell'Impero romano aveva comportato la decadenza dei traffici e delle attività di tipo artigianale e manifatturiero. Fabbriche di manufatti in grado, come in epoca romana, di produrre e di esportare in tutto il Mediterraneo ormai non esistevano più e i contadini tendevano in misura sempre maggiore a costruirsi personalmente gli attrezzi e gli altri oggetti di cui avevano bisogno. Si comprende dunque bene come il carattere "chiuso" del sistema economico favorisse la tendenza della villa medievale a costituirsi come unità autonoma, in grado di badare a se stessa. L'esempio più sorprendente e significativo era offerto dalle ville di Carlomagno: vere e proprie "manifatture" dotate di numerosi laboratori diretti da agenti di fiducia al comando di specialisti. Dal capitolare de villis (p. 126) apprendiamo che vi lavoravano fabbri, orefici, conciatori, carpentieri, fabbricanti di scudi, saponieri, fabbricanti di attrezzi da pesca e di trappole per la caccia, birrai; non vi mancava il gineceo, dove decine di donne si dedicavano ai lavori tipicamente femminili. Pur non potendo contare su operai così numerosi e su laboratori così diversificati, anche le ville dei grandi signori e delle abbazie erano in grado di produrre molti manufatti essenziali alla vita della comunità contadina: nell'822 l'abbazia di Corbie, per esempio, poteva contare su 6 sarti, 1 follatore, 6 fabbri, 2 orefici, 2 armaioli, 1 fabbricante di pergamena, 2 calzolai, 3 fonditori, 4 carpentieri, 4 muratori e 2 medici. Ma non c'era villa, fosse anche modesta, che non avesse il suo piccolo laboratorio artigianale.
Il personale che lavorava in questi laboratori, sia nelle ville dei laici che in quelle degli ecclesiastici, era, per una certa parte, costituito da servi. I grandi possessori di terra lo rendevano talvolta più consistente facendo ricorso a manodopera salariata. Non era raro tuttavia il caso del colono-artigiano: il proprietario metteva a disposizione dell'artigiano un pezzo di terra e l'attrezzatura necessaria all'esercizio del suo mestiere; sorsero dunque qua e là mansi per fabbri, per falegnami, per sarti, e per altri artigiani, i cui occupanti avevano lo stesso rapporto di dipendenza dei normali concessionari, e dovevano al padrone prestazioni in natura e in servizi, in diretto rapporto al mestiere da loro esercitato. Esistevano dunque mansi "specializzati" in determinate prestazioni non agricole. Ma non si trattava soltanto di mansi affidati ad artigiani: c'erano anche mansi di pescatori, cacciatori, bovari, pastori, battellieri, che assicuravano alla grande azienda tutta una serie di prodotti e di servizi che le garantissero in qualche modo quell'autosufficienza che era giustamente ritenuta molto preziosa in tempi di traffici e collegamenti tanto difficili.
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