3.6 Liutprando e le trasformazioni della società longobarda
Per analizzare l'entità delle trasformazioni verificatesi nella società longobarda circa un secolo dopo l'Editto di Rotari, basta confrontare l'Editto con la legislazione emanata da un altro grande sovrano,
Liutprando (712-44).
Bisogna anzitutto considerare che Liutprando attribuì validità anche alla legge romana, ponendo così fine a quella identificazione tra legge longobarda e capacità giuridica che caratterizzava, come abbiamo visto, l'Editto di Rotari. Questa decisione, che ebbe enorme importanza per i rapporti tra la popolazione di origine longobarda e quella di origine romana, nasceva dalle nuove esigenze sociali e dal maggiore peso di individui di origine romana, che ora ritroviamo anche dotati del diritto di partecipare all'esercizio delle armi, fino a quel momento prerogativa esclusiva dei longobardi.
Per quanto semplice, la società longobarda non era statica. L'insediamento stabile sul suolo italico e la fine dell'epoca eroica delle conquiste, durante la quale i guerrieri si erano sentiti uniti da fortissimi vincoli ideali, aveva modificato l'antico carattere tendenzialmente ugualitario dal punto di vista sociale e introdotto distinzioni, a volte profonde, di rango e di ricchezza. Liutprando trasse le conseguenze di questa evoluzione e distinse, tra gli
arimanni (venivano così chiamati i liberi che appartenevano alla legge longobarda), due categorie fondamentali: i minimi, individui capaci di combattere ma che non possedevano né terre né case, e i primi, che comprendevano i nobili e i giudici.
Parallelamente a queste nette distinzioni sociali, emergenti ora in modo chiaro anche a livello ufficiale, la legislazione di Liutprando recepiva i cambiamenti della situazione economica. Emergeva in modo netto il ruolo più attivo del commercio (praticamente assente nell'Editto di Rotari) e dei ceti che vi erano coinvolti, la diffusione del denaro, di guadagni non esclusivamente agricoli, del prestito a interesse.
Nuove dinamiche percorrevano dunque la società longobarda, ma esse non ebbero il tempo di svilupparsi pienamente a causa di una nuova invasione (
6.3).
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